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Sulla guerra in Ucraina

Vorrei fare qualche osservazione sulle cosiddette Esercitazioni militari che di frequente si svolgono in vari paesi del mondo, ultima e di grande attualità quella in corso in Russia e Bielorussia, al confine con l’Ucraina, che però si è trasformata in una tragica e folle impresa di guerra.

Lungi da me sminuire i catastrofici effetti per il mondo intero di una disgraziata guerra cosiddetta “convenzionale” o “sporca” o “nucleare” che sia, porrei l’accento su di un aspetto che non mi sembra sia stato sinora affrontato, ovvero quello dei costi in termini ambientali, logistici, sanitari, sociali, economici.

Per i militari impegnati:

 

  • Ambientali: muovere una massa di centomila e più persone (come trapiantare una città paragonabile per numero di abitanti a Salerno) e farla vivere per settimane in una pianura pressoché disabitata (stando alle immagini presenti nei TG) comporta la necessità di forniture di enormi quantità di cibo, acqua, di luoghi per dormire e – non ultime – strutture igieniche e sanitarie; le esigenze fisiologiche inevitabilmente devono poi essere smaltite, e dove, se non vi sono fognature né impianti di smaltimento? il tutto a scapito delle falde acquifere e delle coltivazioni e dei pascoli futuri.
  • Logistici: rifornire di materiali bellici, civili e sanitari una tale massa di persone farebbe accapponare la pelle perfino al Generale Figliuolo (di cui mi piacerebbe avere un parere in merito).
  • Sanitari: naturalmente può succedere che anche una popolazione scelta e giovane possa ammalarsi e/o ferirsi, non dimenticando il Covid19 (ma costoro sono refrattari al C19?) non si vede infatti nessuno adottare misure protettive, sempre che siano stati tutti preventivamente vaccinati; inoltre sono in questi casi, per loro natura, addirittura indifferibili (militari accalcati nel mezzi di trasporto ecc.).
  • Sociali: la vita nelle ore di pausa in quei luoghi come scorre? è certo che non possano sorgere diverbi od altro tra i commilitoni? e le famiglie lasciate – diciamo in patria – vengono supportate?
  • Economici: i costi di questa impresa ricadono inevitabilmente sui cittadini: ne sono informati, ne condividono le finalità? e infine, ma non ultimo, vista l’evoluzione odierna con una prima massiccia incursione in territorio (EX?) Ucraino, i benefici attesi o presunti saranno maggiori dei costi certi?

Per la popolazione civile impegnata, suo malgrado in primis:

  • Ambientali: costringere ad abbandonare nel volgere di una notte la propria abitazione, i propri luoghi, i propri cari, centinaia di migliaia di famiglie e farli vivere nella più totale incertezza per il futuro, anche prossimo, per un tempo indefinito in condizioni disperate,  comporta la necessità di forniture di enormi quantità di cibo, acqua, di luoghi per dormire e – non ultime – strutture igieniche e sanitarie adeguate; le esigenze fisiologiche inevitabilmente devono poi essere smaltite, e dove, se questi malcapitati restano alla mercè  di un destino ignoto? Sembra che si stia creando un movimento spontaneo di solidarietà tra i popoli confinanti e non; cosa – bisogna riconoscerlo – non accaduta per simili esodi accaduto anche di recente!
  • Logistici: anche la Nazione più evoluta in termini di Protezione Civile tremerebbe di fronte ad una simile emergenza, per cui assistere in modo quanto meno civile i profughi resta un impegno immane.
  • Sanitari: tutto quanto ipotizzato per i militari non può che essere moltiplicato per i civili in fuga, con bambini, disabili e magari donne in gravidanza, che vanno ancor di più protette. I fabbisogni sanitari di ogni famiglia sono i più vari, e quindi difficili da soddisfare, considerando naturalmente anche i malati cronici.
  • Sociali: la vita nelle ore di pausa in quei luoghi come scorre? I bambini riescono ad avere delle idonee distrazioni, giochi e luoghi di aggregazione, ovvero scuole e/o asili? e le famiglie lasciate – diciamo in patria – possono essere adeguatamente supportate?
  • Economici: i costi di questa impresa ricadranno inevitabilmente sui cittadini: ne sono informati, ne condividono le finalità? e infine, ma non ultimo, vista l’evoluzione odierna con le massicce incursioni in territorio Ucraino, i benefici attesi o presunti saranno maggiori dei costi certi?

Infine, ma non ultimo, tutto questo dramma, di cui siamo colpiti fin nel più profondo, avrà fine? Ci sarà una evoluzione ancora peggiore, vista la mobilitazione internazionale – anche militare – in continua escalation?

Le risposte dovrebbero darle il o gli strateghi che hanno voluto la guerra, evidentemente badando ad interessi personali o molto parziali, cinicamente non considerando la catastrofe mondiale in cui stiamo precipitando

 

Salvatore Candila