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I bambini e la magia del racconto

a cura della redazione GAPP

“Qualcuno avrà notato con quale ipnotica lentezza battano le ciglia di un bambino che ascolta un vecchio rievocare; come le labbra si schiudano febbrili, la saliva passi lenta attraverso la gola. Non è di ilarità la sua espressione, mentre tutto il corpo si stringe contro le antiche ginocchia. C’è in lui la tensione immobile degli animali in muda, degli insetti in metamorfosi; è forse simile agli usignoli in pieno canto che si dice hanno una forte temperatura e il fragile piumaggio tutto arruffato. Egli sta crescendo, in quegli attimi; sta bevendo con voluttà e tremore alla fontana della memoria; l’acqua fulgida e cupa da cui ha vita la percezione sottile.”

Da Gli imperdonabili di Cristina Campo

E’ un’atmosfera magica quella che si crea tra un bambino e, per esempio, il suo nonno o la sua nonna o la sua mamma e il suo papà, quando questi raccontano della loro infanzia, quasi fossero trasportati in un mondo lontano nel tempo.

Un viaggio che fanno in braccio ai loro cari, a chi rappresenta il “prima” della loro storia.

Un flusso di parole passa tra gli uni e gli altri che li riportano indietro nel tempo con un pizzico di magia a completare le lacune che ovviamente sempre esistono nei ricordi che si accavallano nella mente di una persona che ha vissuto molto.

Il racconto crea legami, dà significato alle esistenze, passa esperienze, trasmette calore e affetto.

E’ l’atmosfera magica che bisogna cogliere nel Natale, un’atmosfera che nulla ha a che fare con le vetrine luccicanti che invitano a comprare.

Il dono più gradito, quello che aiuta a crescere e a star bene è il dono ciò che non si può comprare col denaro, ma ciò che richiede tempo, energie, sentimento, ciò che davvero ci rende ricchi perché rafforza, dà senso alla relazione umana

Donare significa per definizione consegnare un bene nelle mani di un altro senza ricevere in cambio nulla. Il «donare» non  è «dare», perché nel dare c’è vendita,  scambio: io ti do questo e tu mi dai quest’altro. Nel donare c’è una persona, il donatore, fa un dono all’altro, indipendentemente dalla risposta di questo. Potrà darsi che il destinatario risponda al donatore e si inneschi un rapporto reciproco, ma può anche darsi che il dono non sia accolto o non susciti alcuna reazione di gratitudine.

Donare appare dunque un movimento asimmetrico che nasce da spontaneità e libertà. E se il dono non riceve ritorno, in ogni caso il donatore attraverso il suo gesto gratuito ha acceso una relazione non generata dallo scambio, dal contratto, dall’utilitarismo. Il dono presuppone la fiducia, il senso di responsabilità verso l’altro, vuol dire “esserci” senza condizione proprio e questa presenza dà sicurezza, stabilità al bambino, quella sicurezza che gli permette di avventurarsi nella vita.

Noi auguriamo a tutti i bambini che possano godere di questa atmosfera di intimità, di continuità e cambiamento nello stesso tempo che lega chi è più vecchio a chi è più piccolo.

A tutti auguriamo buone feste.