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L’importanza dei nidi

Work Discussion -Interlocuzioni e risposte di Germana De Leo (neuropsichiatria infantile)
ai Seminari di qualificazione al lavoro di rete per la prevenzione ”- editgho Libro Bianco ARSDiapason n 2

 

Il Nido è un piccolo luogo dove si può costruire un pezzo di società che sappia integrare tutte le differenze.
Dobbiamo essere consapevoli che le scelte pedagogiche, i modelli educativi, la metodologia presenti in un Nido sono legati non solo ad una certa immagine di bambino, ma a quella dell’uomo futuro e della società di domani. Qual è l’uomo che il Nido e la Scuola Materna preparano? “L’uomo dell’organizzazione, come dice Donald Meltzer, la cui virtù è I’obbedienza; obbedire a coloro che stanno più in alto nella gerarchia e pretendere obbedienza da coloro che stanno più in basso”, dove “i diritti non esistono…?” o formano uomini dalla mentalità individuale e sociale capaci di usare l’osservazione, il pensiero e il giudizio, il cui mondo è caratterizzato da un’infinita varietà di sfumature emotive, un mondo di principi e qualità, di diritti e di doveri; uomini liberi, critici che sappiano muoversi nella complessità del mondo odierno senza perdere la loro identità, che sappiano combattendo l’individualismo ed il corporativismo difendere la pace e l’ambiente, che possano e sappiano trovare quei valori di solidarietà umana, sociale ed esistenziale da travasare nella loro vita civile, politica e culturale?
E’nel piccolo che comincia a formarsi l’uomo di domani. E l’uomo che sa ricercare è il bambino che è stato aiutato a capirsi, che ha tanto giocato e giocando ha imparato a comunicare con l’altro con cui giocava, a padroneggiare le proprie emozioni senza negarle, ma elaborandole con la fantasia, ad apprendere in modo originale e creativo.
I Nidi non sono importanti solo per i bambini i cui genitori lavorano, ma per i bambini in generale. La cultura che oggi abita le strutture educative rischia di essere una cultura lontana dalla realtà che si trasforma, dalle acquisizioni scientifiche, dalla famiglia reale, dal nuovo e vecchio ruolo della donna nella famiglia e fuori.
È una cultura che continua a domandare ai genitori e alle madri in primis la cura esclusiva dei figli, che fa della famiglia una “trappola politica” pronta all’accusa, prodiga ai consigli che sommergono l’individuo nei sensi di colpa e d’inferiorità.

Dice Bruno Betthelheim che dalla sicurezza del genitore sul suo essere genitore dipenderà la sicurezza del bambino domani. La disoccupazione colpisce non solo economicamente una struttura familiare, ma ne modifica le relazioni ed i rapporti. Una madre costretta a lasciare il proprio lavoro si sente spesso una donna depressa, insoddisfatta di sé e del proprio bambino, una madre costretta a stare 24 ore su 24 con il proprio bambino, a portarne da sola il peso emotivo, a non poter condividere responsabilità e confronti difficilmente potrà dare il massimo di sé. Il Nido quindi può essere quel luogo grazie al quale le madri possono avere un buon rapporto con i propri figli e questi ultimi possono provare la sicurezza dell’essere capiti, il piacere dell’apprendere e del conoscere.
D’altronde sempre più i genitori esprimono

  • il bisogno di trovare, al di fuori della coppia genitoriale o della stretta cerchia familiare, verifiche circa la correttezza della relazione educativa messa in atto nei confronti del bambino piccolo; il bisogno di introdurre, per la coppia formata dal bambino e dall’adulto che lo cura, momenti di socializzazione con altri adulti ed altri bambini;
  • il bisogno di scambiare impressioni e ricevere rassicurazioni relativamente anche ad aspetti minori della gestione quotidiana di un bambino piccolo.

Numerose ricerche hanno ulteriormente sottolineato l’estrema importanza per lo sviluppo complessivo del bambino, anche molto piccolo, di poter instaurare relazioni frequenti non solo con la mamma, ma anche con altri adulti e soprattutto con altri bambini, l’importanza del gioco, da quello di manipolazione degli oggetti, a quello di scoperta, a quello simbolico; dai risultati di tali ricerche il gioco non è più definibile come un semplice passatempo a cui si dedicano esclusivamente i bambini e che si contrappone il processo. di conoscenza e di inserimento nel reale; ne vengono invece individuati aspetti che consentono a chi vi è immerso di conoscere e sperimentare se stesso, gli oggetti, i propri compagni nel clima sereno e gioioso che caratterizza appunto l’attività ludica.

Per quanto concerne la relazione con i genitori e gli altri adulti familiari, numerose ricerche hanno sottolineato l’importanza per il bambino non solo di fare qualcosa in presenza della madre (intendendo con tale termine in particolare la mamma e più in generale gli adulti significativi per i bambini, quindi il papà, i nonni, ecc.) ma anche di fare qualcosa con la mamma. L’attività condivisa offre infatti l’opportunità di gioire delle stesse cose, di fare nuove scoperte insieme, di approfondire diversi aspetti del rapporto affettivo. L’interazione con i coetanei, si pone come un’opportunità ricca e stimolante per lo sviluppo complessivo del bambino. Essa infatti gli offre l’opportunità di decentrare il proprio punto di vista differenziandolo da quello altrui attraverso il confronto con qualcuno che ha i suoi stessi interessi.
L’attività congiunta e l’interazione con i coetanei e con gli adulti permettono inoltre al bambino di sperimentare la complementarità dei ruoli e la reciprocità interpersonale che sono alla base di un buon sviluppo della competenza sociale cooperativa.