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Una storia di carta

A cura di Paola Pizarro

Prima di raccontarvi questa storia, devo dirvi il mio nome: Aramis Ching.
Aramis, perché mio padre ha preso spunto dal libro “I 3 moschetieri” da Alessandro Dumas e Ching in quanto ho discendenza orientale; sebbene sono latinoamericano nato in Colombia.
Tutto ha inizio durante il mio periodo universitario; in uno degli intervalli mi diressi verso un’aula vuota e su un vecchio banco trovai un pezzo di carta. Non riconoscevo affatto la figura, non avevo mai visto un pezzo di carta piegato in quel modo! Quella figura mi aveva talmente incuriosito che ho voluto imparare a farla, ma non sapevo chi l’avesse fatta né come fosse arrivata fin lì.
Allora iniziò la mia ricerca, in quel tempo internet non era ancora così diffuso come oggi… era il periodo del debutto di windows 3.1!

Non riuscendo a ricavare ulteriori informazioni, decisi di disfare la figura di carta facendo molta attenzione, per poi rifarla nuovamente. Che sorpresa scoprire con quanta semplicità ero riuscito a riprodurla! è stata una grande soddisfazione; mai sperimentata prima.
Un giorno, mentre aspettavo l’inizio della lezione di economia, riproducevo la figura misteriosa fino a quando qualcuno disse: “Che bella la gru!”. Allora in quel momento seppi il nome e in cosa consisteva quell’arte: l’Origami.
Così diventai un appassionato di Origami. In quel tempo non esistevano molti diagrammi e non c’era nessuno che potesse insegnarmi, quindi facevo solo figure semplici.

Ma la vita ci dimostra attraverso le avversità fino a dove possiamo arrivare con piccole cose…
In una giornata strana e in una città che non era la mia, mi ammalai e metà del mio corpo rimase immobilizzato. In un presagio di morte, sono tornato in vita. La terapia cominciò tardi e dopo un anno iniziai
ad utilizzare mano e piede del lato sinistro poiché la parte destra rimase paralizzata. Ho dovuto imparare nuovamente a muovermi come un bambino, iniziai ad utilizzare la mano sinistra per scrivere, per lavarmi e per fare tutto ciò che facevo con la mano destra. I mesi passarono e la mia ripresa si fermò, forse perché la mia vita era stare a letto e dipendere dalle persone.
Però in uno di quei giorni dove tu non ne vuoi proprio sapere, mi diedero dei fogli di carta. Guardando quei fogli, ricordavo quell’uccello che una volta facevo e tra diversi tentativi… fallii. Ma ogni volta che sbagliavo, volevo continuare a riprovare, era diventata un’ossessione.
Non capivo, però con il tempo mi sono reso conto che la vita non finisce… Sembra! Ma non è così. La mia vita continuava ad andare avanti, mi piacesse o meno perché “non siamo stati creati per esistere bensì per vivere”
Attualmente ho una mobilità ridotta, e vi posso dire che dalle 4 o 5 figure di carta che facevo una volta, sono passato a farne oltre una cinquantina di origami di livello intermedio e difficile.
Anche se ho delle giornate “si” e altre “no”. Mi permetto di viverle e non lasciarmi andare.

Come presidente della Sezione Piemonte, ma soprattutto
come amica mi permetto di fare questa introduzione
all’incontrario; perché non volevo anticipare né togliere spazio al racconto di Aramis. “Una storia di carta” deve essere letta tutta di un fiato!
Conobbi Aramis in chiesa circa 3 anni fa e nel giro di poco tempo conquistò tutta la comunità con il suo carattere, e la sua perseveranza; così lo invitai a fare parte della nostra associazione perché lui rappresenta a pieno il nostro pensiero: handicap oltre ogni limite.
Quando lo vedi all’opera, capisci veramente che la  diversità sta nella mente e negli occhi delle persone. Le barriere crollano quando osservi con tale maestria, piega dopo piega un semplice pezzo di carta diventa un capolavoro.

Questo articolo ha 3 commenti.

  1. mirna delloggi

    Grazie ARAMIS !
    è stato bello averti tra noi durante il tuo soggiorno a Torino. Manchi al Centriniziativa !!!!
    Sei stato un grande esempio e stimolo per noi cosidetti ” normali” !
    e i tuoi origami sono esposti in associazione ed è come se tu fossi ancora presente, ci fanno compagnia.
    Questi lavori, e spero altri che riuscirai a farci avere, saranno esposti a ogni nuova Esposizione istituzionale ” di mani di cuore di pensiero.” del CentrIniziativa Cultura Solidarietà di Torino (che nel tuo caso dovremmo ridefinire di pensiero, di cuore, di mani.)
    Spero che tu ti sia riambientato bene nella tua terra d’origine, e che continui lunga e proficua la nostra collaborazione, anche se ora , non più nel nostro convivial, ma da on line …… socio , in tele-volontariato ……trans continentale !!!!! grazie del messaggio che continui a dare. Un abbraccio mirna

  2. Marcello. sono un amico di Aramis, quando abitava a Torino, scherzosamente lo chiamavo Dartagnan, mi e' rimasto nel cuore, e prego Gesù che lo possa rivedere. ti abbraccio Aramis. tuo amico. p. Marcello

    Sei un dono di Dio. Ti abbraccio. Tuo amico Marcello

  3. Piera Maria Chessa

    Una bellissima storia…di carta ma anche e soprattutto di coraggio e determinazione. Grazie per averla raccontata.
    Piera

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